Giornata nazionale ricerca contro il cancro: a che punto è la ricerca in Italia
Il 5 novembre è la giornata nazionale per la ricerca contro il cancro. L’iniziativa promossa da AIRC intende sensibilizzare e informare il pubblico sui temi della ricerca e sui progressi fatti in ambito oncologico.
L’associazione italiana ricerca contro il cancro, meglio nota come AIRC, da oltre 28 anni promuove iniziative sul territorio, con un ricco programma di appuntamenti per informare il pubblico sui più recenti progressi della ricerca oncologica e raccogliere nuove risorse da destinare al lavoro dei ricercatori. Queste iniziative negli anni, grazie al sostegno di un numeroso pubblico di donatori, ha raccolto oltre 139 milioni di euro per la ricerca.
Da oggi fino al 17 novembre in tutta Italia l’associazione promuove tantissime iniziative. Sul sito di Airc è possibile consultare il programma e saperne di più https://www.airc.it/iniziative/giorni-della-ricerca
I dati sul cancro in Italia
Nel rapporto “I numeri del cancro 2022”, stilato da AIOM (Associazione italiana di oncologia medica), AIRTUM (Associazione italiana registri tumori), Fondazione AIOM e PASSI (Progressi nelle aziende sanitarie per la salute in Italia) nel 2022, rispetto al 2020, i nuovi casi di tumore si stima che siano aumentati dell’1,4 per cento circa per gli uomini e dello 0,7 per cento per le donne.
Nel corso del 2022 è stato infatti calcolato che in Italia vi siano state circa 391.000 nuove diagnosi di tumore, 14.000 in più di cui quasi 205.000 fra gli uomini e 186.000 fra le donne, escludendo i tumori della cute non melanomi.
L’invecchiamento della popolazione unitamente alla pandemia, che ha causato il blocco delle attività di screening e cura hanno ritardato le diagnosi dei tumori, dalle fasi precoci a quelle più avanzate. I lock-down e l’ansia da pandemia – si legge qui – hanno peraltro indotto un aumento dei comportamenti non salutari e predisponenti ai tumori, come la sedentarietà, il consumo di alcol e l’abitudine al fumo. Un altro dato invece confortante è che migliorano le percentuali di sopravvivenza, soprattutto delle persone che sono ancora in vita a 10-15 anni da una diagnosi di cancro.
Questo significa che la ricerca sta facendo progressi e che il cancro sta diventando sempre più una patologia cronica, più prevenibile e curabile rispetto al passato.
Ricerca contro il cancro: a che punto siamo?
Negli ultimi anni la ricerca ha fatto passi da gigante. Soprattutto per quanto riguarda una delle neoplasie più diffuse, che è quella del cancro al seno. Si parla di quasi 56.000 diagnosi in Italia nel 2022. Ogni anno colpisce quasi 11.000 under 40, ha un tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi dell’88 per cento (da far crescere ancora, dunque) e può ripresentarsi fino a vent’anni dopo la diagnosi (Fonte: Airc).
Questi numeri – denunciati da Airc – fotografano bene la situazione oncologica in Italia. Ed è per questo che gran parte dei fondi vengono destinati allo sviluppo di nuove terapie per questo tipo di neoplasia, ad oggi tra le più diffuse.
Gli sviluppi della ricerca sul tumore al seno
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L’immunoterapia
L’immunoterapia consiste nell’utilizzo di farmaci che attivano il sistema immunitario dei pazienti e lo stimolano ad agire contro le cellule tumorali. Si differenzia dalle altre terapie oncologiche in quanto non agisce direttamente sul tumore, ma sui meccanismi di difesa messi in atto contro il tumore. Negli ultimi anni questo tipo di terapia è stata impiegata nella terapia del cancro al seno, soprattutto nelle forme più gravi (il tumore triplo negativo), impossibili da curare sino a qualche anno fa. Essendo una forma di neoplasia che presenta un numero di mutazioni elevato, ha maggiori possibilità di essere riconosciuta e aggredita dal sistema immunitario.
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Tumore al seno metastatico: altre possibili terapie
“La ricerca sta cercando nuovi approcci terapeutici per tutte le forme metastatiche di cancro al seno, un problema che oggi riguarda quasi 40.000 donne italiane. La maggior parte dei tumori della mammella metastatici presentano i recettori ormonali – rivela qui Airc (il 70 per cento delle nuove diagnosi) o sono Her2 positivi. Per queste tipologie di cancro esistono già trattamenti efficaci (chemioterapici, ormonoterapia e anticorpi monoclonali), ma ci sono due insidie cui far fronte: da un lato il tumore potrebbe sviluppare una resistenza alle terapie; dall’altro, può ripresentarsi anche a distanza di anni. “L’introduzione degli inibitori delle cicline e quella prossima dei degradatori selettivi del recettore degli estrogeni orali sono novità significative, destinate a diventare un supporto alla terapia ormonale per le donne con una malattia metastatica” lo afferma in questo articolo Lucia Del Mastro, che dirige l’Unità operativa complessa di oncologia medica e la struttura di sviluppo terapie innovative dell’IRCCS Policlinico San Martino di Genova. “Stiamo cercando , inoltre, di verificare se attraverso un prelievo di sangue sia possibile rilevare la presenza della mutazione del gene che codifica per il recettore degli estrogeni” – dice la specialista.
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Sempre meno chemioterapia, con analoga efficacia
La chemioterapia rimane sempre la terapia fondamentale per attenuare il rischio di recidiva di un tumore al seno. In alcuni casi – si legge qui – però potrebbe essere possibile ridurre le dosi mantenendo invariata l’efficacia. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology, che ha dimostrato come ridurre la chemio a tre mesi non abbia un impatto sulla sopravvivenza a dieci anni (nello studio pari al 94,3 per cento).
Qualcosa di simile è stato registrato anche nella terapia antiormonale con exemestane (in questo caso si parla di tumori ormonosensibili) seguita da donne in menopausa. È stato L’obiettivo di tutti i ricercatori e dei medici specializzati in oncologia è quello di individuare un un metodo scientifico in grado di risultare efficace nella riduzione delle terapie per tutti i tipi di tumore, così da ridurre l’invasività dei trattamenti oncologici.